La frottola
Il pezzo di Josquin Des Prez intitolato "El grillo è un buon cantore" è ascrivibile al genere musicale della frottola. Con questo termine ci si riferisce ad una composizione di ispirazione popolare molto in voga in Italia tra la fine del Quattrocento e la metà del Cinquecento. La forma musicale della frottola non deve essere confusa con quella letteraria, con cui si intende un poema dalla struttura metrica ben precisa. Al contrario, la frottola musicale rappresenta un ampio contenitore, all’interno del quale vengono incluse diverse forme musicali di ispirazione popolare molto gettonate all’epoca: strambotto, frottola vera e propria, ode, capitolo.
La frottola, nelle sue varie forme, è un prodotto tipicamente italiano. Si differenzia dalla chanson franco-fiamminga, sua parente, per l’uso minore che fa dello stile contrappuntistico. Osservando lo spartito di El grillo si constaterà a prima vista che esso è scritto in stile omoritmico dall’inizio alla fine.
La frottola, così come, nella sua fase iniziale, il madrigale, che da essa deriva, presenta tipicamente una struttura omoritmica; la voce di soprano può nondimeno essere arricchita da passaggi melismatici, anche se non è il caso del pezzo che abbiamo preso ad esempio.
La frottola è pressappoco contemporanea al canto carnascialesco, con il quale, in effetti, presenta diverse similitudini. Una differenza fondamentale, tuttavia, risiede nel numero delle voci, che sono tre nel canto carnascialesco e quattro nella frottola; nel madrigale diventeranno cinque. La parte della melodia è spesso affidata al soprano; le altre voci hanno una funzione di supporto armonico. Ciò indubbiamente rappresenta una novità rispetto al passato in quanto la melodia, in precedenza, era affidata al cantus (o tenor).
Nel dettaglio, la frottola essenzialmente si regge sulla parte del soprano, che, appunto, canta la melodia, e quella del basso, con funzione di basso continuo, che solitamente si muove per intervalli di quarta o quinta, mentre le voci centrali (alto e tenor) hanno un ruolo secondario.
In qualche caso, la parte del basso e del tenor poteva essere eseguita da strumenti, la parte dell’alto omessa, così che l’unica parte cantata era quella del soprano.
La frottola deriva dalla ballata e sta all’origine del madrigale: rappresenta, dunque, l’anello di congiunzione tra l’Ars Nova (Medioevo) e il Rinascimento.
Ebbe uno dei suoi centri di maggior diffusione a Mantova, presso la corte dei Gonzaga, dove operavano musicisti come Marchetto Caro, Bartolomeo Trombocino e Josquin Des Prez. In particolare, la forma della frottola è legata a Isabella d’Este, sposa di Guglielmo di Gonzaga, musicista lei stessa e mecenate di molti musicisti illustri, tra cui quelli appena citati.
La frottola, nelle sue varie forme, è un prodotto tipicamente italiano. Si differenzia dalla chanson franco-fiamminga, sua parente, per l’uso minore che fa dello stile contrappuntistico. Osservando lo spartito di El grillo si constaterà a prima vista che esso è scritto in stile omoritmico dall’inizio alla fine.
La frottola, così come, nella sua fase iniziale, il madrigale, che da essa deriva, presenta tipicamente una struttura omoritmica; la voce di soprano può nondimeno essere arricchita da passaggi melismatici, anche se non è il caso del pezzo che abbiamo preso ad esempio.
La frottola è pressappoco contemporanea al canto carnascialesco, con il quale, in effetti, presenta diverse similitudini. Una differenza fondamentale, tuttavia, risiede nel numero delle voci, che sono tre nel canto carnascialesco e quattro nella frottola; nel madrigale diventeranno cinque. La parte della melodia è spesso affidata al soprano; le altre voci hanno una funzione di supporto armonico. Ciò indubbiamente rappresenta una novità rispetto al passato in quanto la melodia, in precedenza, era affidata al cantus (o tenor).
Nel dettaglio, la frottola essenzialmente si regge sulla parte del soprano, che, appunto, canta la melodia, e quella del basso, con funzione di basso continuo, che solitamente si muove per intervalli di quarta o quinta, mentre le voci centrali (alto e tenor) hanno un ruolo secondario.
In qualche caso, la parte del basso e del tenor poteva essere eseguita da strumenti, la parte dell’alto omessa, così che l’unica parte cantata era quella del soprano.
La frottola deriva dalla ballata e sta all’origine del madrigale: rappresenta, dunque, l’anello di congiunzione tra l’Ars Nova (Medioevo) e il Rinascimento.
Ebbe uno dei suoi centri di maggior diffusione a Mantova, presso la corte dei Gonzaga, dove operavano musicisti come Marchetto Caro, Bartolomeo Trombocino e Josquin Des Prez. In particolare, la forma della frottola è legata a Isabella d’Este, sposa di Guglielmo di Gonzaga, musicista lei stessa e mecenate di molti musicisti illustri, tra cui quelli appena citati.